Presentato il libro "Restituto Ciglia e Roccacaramanico". Pubblico delle grandi occasioni. La prefazione di Licio Di Biase

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Restituto Ciglia a Roccacaramanico con Licio Di Biase ed Enzo Del Giudice

Restituto Ciglia nasce il 20 maggio 1925 a Pescara,  a quel  tempo non ancora unita a Castellamare. “Un pescarese con la P maiuscola”, come lui stesso tiene a precisare, figlio di una famiglia importante, quella dei Ciglia, un nome che si associa alla prima tipografia fondata nel capoluogo adriatico abruzzese da Cetteo Ciglia,  padre del Prof. Restituto. (CONTINUA)

Conduce i suoi primi studi a Pescara e poi si trasferisce a Parma dove si diploma presso l’Accademia delle Belle Arti, poi farà dell’arte la sua professione, divenendo insegnante della materia. La passione del disegno lo accompagna da sempre fin da bambino, quando vi si avvicina grazie al padre che amava disegnare con la china. Vicino al mondo artistico e alla famiglia Cascella, molto amico di Pietro Cascella, Restituto Ciglia coltiva la sua passione, tanto che viene definito da Gabriella Albertini, “il maestro del bianco e nero”.  Così ricorda la vicinanza alla famiglia Cascella e al capostipite Basilio in un’intervista realizzata da Mila Cantagallo e pubblicata sul quotidiano “Il Messaggero” del 14 agosto 2016: “Era il 21 settembre 1947 quando disegnai il profilo di Cascella. Basilio conversava con mio padre e io credevo non se ne accorgesse e invece mi scoprì, mi strappò il ritratto dalle mani e vi appose la scritta visto e approvato”. Sempre nell’intervista, ricorda: “Dopo il bombardamento del ’43 ci rifugiammo al Foro di Francavilla e poi ad Atri. Alla fine del conflitto tornammo a Pescara e trovammo la casa svuotata dei mobili e abitata da topi, mio padre riattivò la litografia grazie a D’Amico del Parrozzo e ad Amedeo Pomilio dell’Aurum che gli commissionarono i primi lavori”. I suoi piccoli segni che prendono forma sui fogli, restituiscono una grande minuzia di particolari ai  paesaggi ritratti, ovvero ai suoi soggetti preferiti e li rendono quasi reali. Quegli  “scarabocchi”, come Ciglia modestamente li definisce, sono opere in china che si sintetizzano nella maestria di un artista che ha per motto: “Nulla deis sine linea”, riconducibile a Plinio il Vecchio, con il quale viene segnalata l’importanza dell’esercitazione continua da parte di chi vuole raggiungere il miglior successo nella propria attività, traducibile letteralmente in “Nessun giorno senza una linea”. Durante la sua lunga vita è stato anche caricaturista, tra gli anni ’38 e ’40 del Novecento, sul quotidiano “Il Popolo  di Roma” in cui rappresentava personaggi pescaresi allora in vista. In questo incessante peregrinare alla ricerca di elementi da riportare sui fogli con la sua china, qualche anno fa incontrò il borgo di Roccacaramanico, come ci racconta: “in uno degli ultimi soggiorni a S. Eufemia a Majella con mia moglie, fui accompagnato a Roccacaramanico e rimasi colpito dalla pietra che recita un ruolo di primo attore in questo stupendo borgo medioevale della Provincia di Pescara. E a mano a mano che sono entrato nelle stradine del borgo sono rimasto colpito dall’eccezionalità del suo paesaggio e dalle sue abitazioni e immediatamente  disegnai 30 scorci del borgo”. Tutti rimanemmo incantati, tanto che l’Associazione Roccacaramanico volle collocare all’interno del Museo Etnografico del Borgo quelle 30 tavole e in occasione dell’inaugurazione della mostra, inserita nell’ambito dell’edizione del 2013 del “Roccacaramanico Festival – la notte bianca del borgo medievale di Roccacaramanico”, ci fu la partecipazione di Restituto Ciglia. Un momento di grande emozione. Non pago di quella produzione e non potendo più frequentare quei posti, ma sempre con la mente in negli scorci del borgo, mi chiese delle foto per altre sue opere. E così ha prodotto altre 26 tavole da cui emerge il fascino di quei luoghi e ci regala oggi l’opportunità di una pubblicazione con 56 tavole in cui attraverso un affascinante percorso a Roccacaramanico, da esplorare segno dopo segno, ci  trascina in uno di quei viaggi che si fanno con la mente senza muoversi e come un sogno che diventa realtà, voltando lo sguardo sorprenderà ritrovarci esattamente lì dove l’immaginazione trascina.                                       

Licio Di Biase                                                                                              Roccacaramanico, estate 2016