Costituito il Comitato per la rilettura del processo di fusione di Pescara, Montesilvano, Spoltore.
LUNEDI' 18 DICEMBRE 2017 ALLE ORE 17.30
PRESSO LA SALA CONSILIARE DELLA PROVINCIA DI PESCARA
CI SARA' LA PRESENTAZIONE DELL'INIZIATIVA
CON L'INTERVENTO DEI COMPONENTI IL COMITATO.
IN ALLEGATO IL DOCUMENTO COMPLETO.
«...Mentre i regni e le repubbliche sono opera umana, sembra che il Comune esca dalle mani di Dio...». (Alexis de Tocqueville)
Costituzione del “Comitato per la rilettura
del Progetto di fusione tra Pescara, Montesilvano e Spoltore”
I sottoscritti
1 – Licio Di Biase
2 – Piergiorgio Landini
3 – Diego De Carolis
4 – Luciano Di Lorito
5 – Lucio Zazzara
6 - Giacomo Cuzzi
7 – Valter Cozzi
8 – Pino Mauro
•alla luce del Referendum consultivo finalizzato alla fusione tra Pescara, Spoltore e Montesilvano, peraltro svoltosi in una condizione di marginalità di interesse a causa delle concomitanti elezioni amministrative (a cui furono interessati due dei tre Comuni coinvolti), regionali ed europee;
•posto che all’esito di tale Referendum va certamente dato seguito;
•rilevando che la fusione tra Comuni appare tuttavia una soluzione parziale nei confronti della ben più complessa e da tempo richiamata questione della costituzione di un’Area Metropolitana;
•esprimendo preoccupazione per le ripercussioni di carattere politico, economico, sociale, identitario che tale scelta, se non attentamente meditata, inevitabilmente comporterebbe;
•sottolineando come essa meriti comunque dibattiti e approfondimenti su dati certi,
costituiscono il COMITATO DI FATTO denominato:
“Comitato per la rilettura del Progetto di fusione tra Pescara, Montesilvano e Spoltore”
Le ragioni del Comitato sono esposte nella nota allegata al presente atto, che costituirà il manifesto da sottoporre all’attenzione dell’opinione pubblica per la sottoscrizione e l’adesione al Comitato stesso.
Coordinatore dell’iniziativa è Licio Di Biase (tel. 3488286229) Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.
(CONTINUA)
FUSIONE: UNA RISPOSTA IMPROPRIA AD UN PROBLEMA SERIO
Alla luce del referendum consultivo finalizzato alla realizzazione di una città di quasi 200.000 abitanti, attraverso la fusione tra Pescara, Spoltore e Montesilvano, va sottolineato che siamo di fronte ad una scelta molto discutibile, che merita dibattiti, approfondimenti e dati certi, anche se ovviamente il Referendum non può essere dimenticato, pur essendo passato troppo sotto silenzio a causa delle concomitanti elezioni amministrative (a cui furono interessati due dei tre Comuni coinvolti), regionali ed europee e pur svolto in una condizione di marginalità di interesse.
1 - Pescara e Castellamare nel gennaio del 1927 divennero un unico Comune non con un processo di fusione ma di annessione, tanto che il nome Castellamare scomparve totalmente; Spoltore nel 1928 fu annessa a Pescara perchè una Pescara più grande, oltre ad aver inglobato Castellamare, serviva ai gerarchi fascisti di Pescara per pesare di più, come ho sottolineato ripetutamente:
“L’unione di Castellamare e Pescara, pur non condividendo l'atto finale, fu caratterizzato da un dibattito che durò oltre 20 anni e la cosa maturò gradualmente, come si evince da un ordine del giorno approvato dai due Consigli Comunali. Il 30 novembre del 1918, appena terminata la prima guerra mondiale, si tennero i Consigli Comunali di Pescara e Castellamare in contemporanea per sollecitare la fusione tra le due Città e venne approvato lo stesso ordine del giorno in cui si facevano voti per la fusione e la denominazione della nuova città che doveva chiamarsi “Aterno”. Ma, poi, il processo cambiò e nel 1927 ci fu l’annessione di Castellamare a Pescara.Spoltore, l’anno successivo, fu annesso a Pescara con Regio Decreto n. 36 del 16 febbraio 1928 quando i Gerarchi fascisti vollero fare questa scelta per rafforzare la centralità di Pescara rispetto al territorio circostante, ma poi dopo la guerra, come era naturale che fosse, con la nascita della Repubblica e l'avvio della stagione democratica, tutto tornò nella normalità! Quindi, fu talmente assurda la cosa che nel 1946, appena finì il regime, Spoltore tornò alla piena autonomia comunale, così come era accaduto per centinaia di anni.
2 – Avviare la procedura per la fusione dei tre Comuni è, sicuramente, dare seguito all’esito referendario, ma è anche andare contro la logica storica, territoriale, socio-economica e antropologica”, come ho dichiarato recentemente, aggiungendo:
“Non condivido per il semplice fatto che quel referendum (consultivo, ma vedo che questo non è un dato significativo) ha avuto un risultato drogato. Per risparmiare risorse lo abbiamo abbinato alle Regionali, commettendo un errore, un grosso errore. Perchè c'è stato un voto senza dibattito, senza confronto in quanto vi erano centinaia di candidati, tutti impegnati in altre cose...io, per esempio, non ho proprio indicato il voto, anche perchè non avevo avuto il tempo di entrare nel merito di questa "disastrosa proposta" per il nostro territorio. Quando si fanno scelte così sconvolgenti per le realtà territoriali, con risvolti socio-economici, con riflessi antropologici, identitari non si può essere così leggeri. Perchè, poi, accadono cose che, ad esempio, dopo 47 anni ci trasciniamo faticosamente dietro come il capoluogo di Regione. La risposta con una Legge Regionale al Referendum Consultivo, è corretto sotto l’aspetto procedurale.Ora, avviare la macchina per la fusione a freddo è un assurdo, anche se per la Regione questo avvio della nuova città dovrà avvenire il 1° gennaio 2019 tentando così di riscaldare l'ambiente,. E' andare contro la logica storica, territoriale ed anche socio-economica e antropologica.E la cosa incredibile è che questo percorso avviene mentre il Parlamento cerca di salvaguardare le identità territoriali approvando un importante, storico e determinante provvedimento a favore dei Piccoli Comuni, per evitare la dispersione identitaria del nostro territorio.Mi viene da chiedere: cosa c'entra S. Silvestro con Villa Carmine e con Villa S. Maria?
3 - Unico dato positivo: la possibilità di trasferire definitivamente il capoluogo di Regione da L’Aquila a Pescara, come ha recentemente dichiarato l’Assessore del Comune di Pescara, Giacomo Cuzzi:
L’unico aspetto veramente positivo è che questa Grande città, a quel punto, dovrebbe necessariamente rivendicare il ruolo di Capoluogo della Regione in quanto non ci sarebbero più i parametri per continuare ad avere L’Aquila come Capoluogo di Regione e questo soprattutto dopo averne garantito la totale ricostruzione post- terremoto.
4 - Fare oggi un Comune di 200.000 abitanti non serve. Occorre ripartire dall’Area Metropolitana Chieti-Pescara, di cui parlarono Piergiorgio Landini e Lucio Zazzara. E recentemente l’INU con Mascarucci.
Al di là del dato identitario da salvaguardare, come ha fatto il Parlamento con un voto unanime per salvare i piccoli Comuni, al di là del dato antropologico, del dato socio-economico e delle stratificazioni consolidate, il problema di fondo è che questo pezzo di territorio necessita di una razionalizzazione. La fusione è una risposta sbagliata ad un problema serio. C'è l'esigenza di armonizzare un'area metropolitana di più vaste proporzioni. Nel passato, addirittura, alla fine degli anni’80 ci sono stati tanti tentativi di arrivare alla pianificazione dell'Area Metropolitana Chieti-Pescara, ma le classi politiche recenti non sono state in grado di condurre in porto questo processo iniziato nella prima Repubblica. Pertanto, oggi, arriva questa risposta: la fusione tra tre città. Occorre altro. Non può essere questa la risposta.Quindi, questa parte dell'Abruzzo doveva avere, da decenni, una risposta di armonizzazione e di razionalizzazione del territorio e dei servizi. Occorre, pertanto, riavviare la riflessione sull’Area Metropolitana che deve andare da Pineto e Ortona, compresi. Un’area Metropolitana funziona se ha al proprio interno infrastrutture di livello superiore e qui ci sono la Stazione di Pescara, l’aeroporto, il Porto di Ortona, l’Interporto, gli snodi autostradali e un forte bacino industriale, e poi, ci sono tanti spazi da pianificare in modo da garantire infrastrutture al servizio di tutta l’Area evitando doppioni e sprechi. Ecco, questa è la prima forte e seria risposta ai bisogni del territorio.
5 –C’è il rischio di spalmare sulle comunità di Spoltore e Montesilvano il debito del predissesto del Comune di Pescara; occorre valutare i vantaggi economico-finanziari dalla fusione, come ha recentemente sottolineato il Sindaco di Spoltore, Luciano Di Lorito:
Un confronto aperto su dati attuali, concreti, per comprendere se la fusione, così come stata prevista in questo momento storico, sia una strada conveniente per i comuni coinvolti.Gran parte dei risparmi stimati sono i 5 milioni di euro legati al costo del personale: si tratta quindi di un risparmio del tutto “virtuale”, di lunghissimo periodo, perché la creazione di un nuovo comune dal primo gennaio 2019 non comporterà il licenziamento dei dipendenti di due comuni su tre. Per fortuna, aggiungo, considerando le carenze, ormai croniche per tutti i comuni italiani, proprio sul fronte del personale. Ci sono poi i costi della politica, peraltro già ridotti in maniera sensibile negli ultimi anni: dubito in ogni caso che 228 euro al mese in più (i rimborsi di tutti i consiglieri comunali di Spoltore messi insieme) possano arricchire le casse del comune di Nuova Pescara.Il comune di Nuova Pescara non supererà i 250 mila abitanti, quindi la popolazione di questi tre territori dovrà coprire i costi dei servizi pubblici e delle opere pubbliche utilizzando gli stessi trasferimenti che attualmente spettano al comune più grande, ovvero Pescara. Rischiamo così di perdere almeno in parte i trasferimenti dei comuni di Montesilvano e Spoltore: nell’ultimo anno circa 6 milioni di euro.Ma la vera partita, qualcuno potrebbe dire, si gioca sul “premio” dal governo centrale che spetta ai comuni quando decidono di fondersi: per un periodo di dieci anni, è un contributo straordinario pari al 20% dei trasferimenti erariali complessivamente attribuiti ai comuni preesistenti per l’ultimo esercizio precedente alla istituzione del nuovo ente. Sono 8.700.000 euro all’anno: moltiplicati per 10 rappresentano la gran parte delle sbandierate risorse in più, quelle che stiamo perdendo per ogni giorno di ritardata fusione. Secondo i promotori dell’iniziativa, ritardando la fusione dall’11 settembre 2014 ad oggi sono andati perduti oltre 48 milioni di euro: è completamente falso!Per comprenderlo basta conoscere le norme attuali. Secondo la legge di bilancio 2017, ogni evento aggregativo ha diritto ad un incremento straordinario aumentato al 50%, e non più quindi del 20%, calcolati utilizzando come base i trasferimenti ordinari del 2010. Un’ottima notizia, verrebbe da dire, anche perché nel 2010 non era ancora partita la stagione dei grandi tagli ai trasferimenti: peccato però che la norma preveda un tetto massimo per il bonus di 2 milioni di euro all’anno. Chi non ci crede è libero di controllare: il tetto è stato introdotto dal DL 90/2014 (art.23). Non c’è da sorprendersi, perché parliamo di norme scritte per favorire la fusione dei piccoli comuni. In dieci anni, dunque, avremo un bonus massimo di 20 milioni di euro. Rischiando di perdere, nello stesso periodo di tempo, una cifra pari se non superiore. Guardando i trasferimenti erariali dei pochi Comuni che hanno effettuato la fusione, è evidente che la ratio delle leggi che spingono per accorpare gli enti locali è quella di limitare i trasferimenti: i cinque Comuni che hanno dato vita al Comune di Valsamoggia (30.727 abitanti) nel 2013, prima della fusione, ricevevano complessivamente dallo Stato oltre 5 milioni di euro: nel 2017 il nuovo Comune ha ottenuto euro 3.577.385 euro, nel 2016 euro 3.628.860, nel 2015 euro 1.627.571, nel 2014 euro 2.869.509. I bonus vengono assegnati, fino ad esaurimento delle risorse stanziate per il fondo apposito, dando priorità alle fusioni con maggiore anzianità (D.M. 27 giugno 2017, art.2 c. 2): in caso di fondi insufficienti, dunque, sarebbero davanti al comune di Nuova Pescara, tra gli altri, i comuni di Fabbriche di Vergemoli (792 abitanti) Comano Terme (2.952 abitanti), Rivignano Teor (6.305 abitanti), Valvasone Arzene (3.988 abitanti). Non solo: fino al 2014 era prevista un’esenzione temporanea dai vincoli del Patto di stabilità interno. Anche questa agevolazione è stata cancellata.Voglio ricordare, per concludere, che il Comune di Pescara è in predissesto: al di là della regolarità normativa – non spetta a me stabilire se sia possibile far ereditare a un nuovo Comune un piano di rientro approvato dalla Corte dei Conti e, come tale, teoricamente non modificabile – mi chiedo se sia eticamente e politicamente opportuno imporre ai cittadini di Montesilvano e Spoltore il riequilibrio di un bilancio dal quale non hanno mai ricevuto servizi”.
6 – Va evidenziata l’esigenza di porre la centralità nell’armonizzazione dei servizi e nel fondere la gestione di taluni servizi. Come ha sottolineato il Sindaco di Montesilvano Francesco Maragno:
“I cittadini chiedono a noi Sindaci di assicurare loro servizi efficienti. La realizzazione così repentina di una Nuova Pescara correrebbe il rischio di illudere la popolazione, inducendola a pensare che, come per miracolo, all’indomani della fusione, la macchina amministrativa di questo grande organismo inizierà a funzionare meglio. “Gradualità” è invece la mia risposta a questo scenario di fusione. È da tempo che propongo di condividere tutti i servizi da subito, al fine di dare il tempo alla macchina amministrativa di riorganizzarsi, di percepire gli effettivi vantaggi economici, di raccogliere gli umori dei cittadini. Solo dopo si potrà passare alla fusione delle Città attraverso una programmazione che, ne sono convinto, non verrà vissuta come un modello di gestione indigesto, ma come l’atto conclusivo di un percorso di condivisione che ha potuto permettere, gradualmente, agli attori politici delle Città interessate di parlarsi, di sedersi più volte intorno ad un tavolo, ormai convinti che l’unica decisione giusta, ogni volta, debba convergere verso il bene comune della cittadinanza.L’idea è di partire immediatamente, così come peraltro già sollecitato da tempo, con l’unione di alcuni servizi:
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Corpo unico dei Vigili Urbani;
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Armonizzazione della Raccolta dei rifiuti;
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Raccordo delle Politiche sociali”.
7 – Va verificata l’illegittimità del provvedimento.
Sciogliere un Consiglio Comunale, cosa che accadrebbe il 1 gennaio 2019 con lo scioglimento del Consiglio Comunale di Spoltore, eletto con una Legge della Stato, non può essere possibile con un provvedimento del Consiglio Regionale. Questo è un tema da approfondire e su cui ha espresso perplessità Diego De Carolis.
8 – Recentemente lo scrittore-saggista Enzo Verrengia ha scritto che:
“Le normative urbane di Washington DC prevedono che la Capitale degli Stati Uniti non debba superare un certo numero di chilometri quadrati per non diventare troppo estesa. In tutti gli altri stati dell'Unione, le capitali sono piccoli centri a misura d'uomo. Nella media, la classe alta americana, i medici, i professionisti, adorano vivere nelle cittadine natali specie del Middle West, della Corn Belt e delle coste assolate. Isaac Asimov, che non era certo un reazionario, avvertiva fin dagli anni '90 che le metropoli attraevano soprattutto i clandestini provenienti dal Messico, gli hispanici e gli afroamericani. Cioè le fasce disagiate. Ora l'Italia, una lunga provincia allungata nel Mediterraneo, poteva restare splendida con le sue cittadine. Finanche a Roma, negli anni '50, ci si conosceva tutti. Qui, però, ha sbagliato la vecchia classe politica, che ha permesso la devastazione cementizia (cfr. "Le mani sulla città", di Francesco Rosi). Oggi si dovrebbero smembrare tutte le metropoli in piccole città”.
9 – Non può essere preso in considerazione il dato del risparmio che si avrebbe dal taglio di due Consigli Comunali per giustificare questa fusione.
Ormai nel nostro Paese con la storia dei Costi della Politica si passa sopra ogni cosa. C’è la demagogica richiesta di tagliare all’infinito i costi, di istituzioni esistenti da centinaia di anni. Da quasi mille anni i tre Comuni hanno avuto le loro autonome espressioni amministrative, prima i Decurionati, poi i Comuni. E i Comuni sono identità quasi sacre, come diceva Alexis de Tocqueville, studioso francese della prima metà dell’ottocento: “...Mentre i regni e le repubbliche sono opera umana, sembra che il Comune esca dalle mani di Dio...”.
Ha affermato il Sindaco di Spoltore, Luciano Di Lorito:
"E’ inutile continuare a discutere guardando le tabelline realizzate dal comitato promotore del referendum nel 2014, secondo le quali, per fare un solo esempio, il consiglio comunale di Spoltore costa 53.280 euro ogni anno. Nel 2016, intendiamoci, i lavori del nostro consiglio sono costati euro 2.738 (duemilasettecentotrentotto).Occorre, passatemi l’espressione, un vero e proprio business plan che tenga in considerazione gli scenari attuali e futuri per valutare la convenienza, intesa come interesse generale costituzionalmente riconosciuto, della popolazione coinvolta nel processo di fusione. Pensate a quello che è accaduto con le Province!Sono sicuro che nessuno avrà la possibilità di sottrarsi alle responsabilità amministrative, economiche e storiche, legate all’approvazione di un simile provvedimento. Non solo amministratori pubblici, ma anche portatori d’interesse e opinion leader che in questi mesi stanno portando avanti campagne d’informazione completamente fuori dalla realtà.”
Chiedo agli uomini di buona volontà e soprattutto agli attuali amministratori dei tre Comuni di dire qualcosa e di non subire stancamente questo processo di cui tra qualche decennio ci pentiremo amaramente!!!
Con queste idee di fondo ci avviamo verso la costituzione del “COMITATO PER LA RILETTURA DEL PROGETTO DI FUSIONE TRA I COMUNI DI PESCARA, MONTESILVANO E SPOLTORE”.
Licio Di Biase
PER ADERIRE
AL Coordinatore “Comitato per la rilettura del Progetto di fusione tra Pescara, Montesilvano e Spoltore” - Licio Di Biase
(tel. 3488286229)
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Sottoscrizione per adesione:
Il sottoscritto aderisce al “Comitato per la rilettura del Progetto di fusione tra Pescara, Montesilvano e Spoltore”.
Dichiara di aver preso visione del Manifesto del Comitato che, con la presente dichiarazione, sottoscrive.
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Città_________________________
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