Licio Di Biase e i suoi 30 anni di amministrazione comunale.

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Prima consigliere, poi assessore e anche  Presidente del Consiglio Comunale di Pescara

Licio Di Biase racconta in un’intervista la sua lunga carriera di amministratore, iniziata il 19 febbraio 1985.

 

 Licio Di Biase, il 19 febbraio di 30 anni fa è diventato per la prima volta consigliere comunale di Pescara, già da giovanissimo ha deciso di dedicare la sua vita all’amministrazione di questa città. Come ricorda il suo ingresso in politica?(CONTINUA)

 

È trascorso molto tempo da allora, sì, è vero ero giovanissimo, ma ho sempre voluto fare qualcosa per la mia città e allora ho preferito mettermi in gioco in maniera attiva. Ho visto Pescara cambiare giorno dopo giorno e ho sempre cercato di dare il meglio nell’interesse del territorio. Questo giorno è sicuramente un molto importante per me, da ricordare nella mia attività da amministratore.

Come è entrato a far parte del Consiglio Comunale nel 1985, lei era tra i non eletti, giusto?Diventai consigliere comunale dopo la scomparsa dell’allora Sindaco Alberto Casalini e subentrai in quanto alle elezioni del 1980 ero stato il primo dei non eletti nella lista della Dc.

Ha svolto in maniera continuativa la sua attività?

No, va infatti ricordato che non sono stato amministratore in modo continuativo, infatti ho avuto due parentesi di un anno.

In questi anni Pescara, come l’Italia, ha attraversano momenti difficili e la Dc in particolar modo, soprattutto dopo le vicende di Tangentopoli. È stato allora che ha deciso di prendersi la prima pausa?

Dopo la vicenda del 1992, legata a tangentopoli, che determinò lo scioglimento del consiglio comunale, non mi ricandidai, ma poi, l’anno successivo, dopo l’annullamento delle elezioni vinte da Collevecchio, fui nuovamente eletto e ho ricoperto la carica di assessore per 9 anni.

La seconda pausa, invece?

Poi c’è stata una seconda pausa, anch’essa di un anno, fu quella del 2008, quando non fui eletto, ma dopo lo scioglimento traumatico del consiglio, alle nuove elezioni sono stato rieletto e sono tornato.

Poi cinque anni fa è stato anche Presidente del Consiglio Comunale di Pescara.

Si, ho festeggiato anche i miei 25 anni di amministratore e mi fa piacere ancora ringraziare tutti quelli che mi hanno offerto l’opportunità di essere stato eletto Presidente del Consiglio Comunale.

Ora non è più nell’amministrazione comunale, ma responsabile amministrativo del Patrimonio Culturale del Comune di Pescara con sede all’ Aurum, un centro vivo di attività culturali di questa città. Hanno assegnato a lei questo ruolo come profondo conoscitore della vita culturale di Pescara?

Dopo aver ricoperto l’incarico di assessore alla cultura per 9 anni ho voluto continuare a mettere al servizio della città le conoscenze che ho acquisito, per dare slancio ad un settore che vedo in gravi difficoltà a causa della carenza di risorse.

La cultura per una città dinamica come Pescara è di fondamentale importanza e quindi occorre un profondo lavoro per ottimizzare la gestione degli spazi, per armonizzare la gestione dei musei e per evitare lo sperpero di quelle poche risorse ancora disponibili. Mi sono messo al servizio del Comune.

Un’ultima domanda, quali sono i momenti più belli che ricorda di questi 30 anni di attività di amministratore?

Ci sono stati momenti belli e altri drammatici.Quelli belli sono essenzialmente legati al raggiungimento degli obiettivi. Chi governa deve essere un sognatore, deve cioè sognare la città e poi, deve cercare di concretizzare i sogni. E così per me è stato un sogno la realizzazione di nove impianti sportivi, quando ero assessore allo sport ed è stato un sogno aver contribuito a trasformare il Centro Storico facendolo diventare il salotto buono (a quel tempo) della città con l’evento “il fiume e la memoria”.Ecco, penso di aver dato un piccolo contributo a questa comunità. E poi, tanti interventi tesi alla tutela della città, di cui ho analizzato, studiato e elaborato la storia, definendo Pescara come una città nata da otto luoghi identitari, ma una città sempre pronta a cancellare le rughe del proprio passato, ovvero le testimonianze della memoria. Questo è un argomento per cui continuerò a spendermi. E non per un fatto nostalgico, ma di valorizzazione del Patrimonio storico-culturale di una città che non è consapevole di ciò che possiede.

Com’è cambiata l’amministrazione in questi trent’anni?

C’è stata una rivoluzione copernicana. La Legge Bassanini ha trasformato la pubblica amministrazione. Centrale non sono più gli amministratori, ma i dirigenti. Ovvero, la politica ha ceduto il primato alla burocrazia e questo ha fatto precipitare nell’ingovernabilità gli Enti Locali. Oggi vedo nel Comune di Pescara, così come negli altri Enti, una struttura amministrativa farraginosa, avvolta su sé stessa che non dà risposte ai bisogni dei cittadini in tempi accettabili. E questo determina uno scollamento tra istituzioni e società civile. Non so la fine che faremo. Speriamo bene.

Intervista curata da Chiara Marini