Sabato 1° novembre alle ore 12 inaugurazione del ponte ristrutturato sul fiume Orta, a Roccacaramanico. Intervengono: Antonio Di Marco, Presidente della Provincia, Francesco Crivelli, Sindaco di S. Eufemia e Licio Di Biase, Pres. dell'Ass. Roccacaramanico
In alto, un'immagine della notte bianca di Roccacaramanico del 2013. Al centro Mila Cantagallo, Licio Di Biase e Mimmo Locasciulli nella notte bianca del 2013. In basso, una foto di Roccacaramanico.
Sabato verrà inaugurato il ponte ristrutturato al bivio di Roccacaramanico. Un intervento atteso da decenni e finalmente realizzato grazie all’impegno profuso dal Sindaco del Comune di S. Eufemia a Majella, Francesco Crivelli, dal Presidente dell’Associazione Rocaccaramanico, Licio Di Biase, e dalla Provincia, con l'impegno anche dell'attuale Presidente Antonio Di Marco. Con questo si completa la serie di interventi realizzati negli ultimi quattro anni, tesi a salvaguardare l’unico borgo medievale della Provincia di Pescara. Una serie infinita di interventi: dal rifacimento dei due chilometri di strada dal Bivio al Borgo, al consolidamento idrogeologico del lato sud, dal rifacimento della scalinata alla sistemazione della piazza. Sono in corso i lavori per il rifacimento del campanile e il consolidamento statico della Chiesa di S. Maria delle Grazie. A coronare questo momento magico per un Borgo che deve diventare un luogo identitario del nostro territorio, c’è stata l’organizzazione per tre anni (2011, 2012 e 2013) del “Roccacaramanico Festival – la notte bianca del Borgo medievale”. E’ evidente che “Roccacaramanico”, non avendo spazi commerciali, non avendo bisogno di eventi per progredire, è diventato solo uno strumento per sollecitare l’attenzione alla conoscenza di tutto quell’immenso patrimonio storico, culturale, artistico, architettonico, naturalistico ed enogastronomico della regione. Infatti è stato un modo per trasmettere messaggi sulle potenzialità della regione, fuori i confini delle terre d’Abruzzo. I lunghi sentieri del Morrone e della Majella, le bellezze architettoniche degli innumerevoli borghi medievali, senza parlare degli eremi celestini e poi tutto il grande fascino di un ambiente ancora sano e ben conservato. Tutte cose intercettate dalla grande comunicazione (Tg1, tg2, tg3, Sereno variabile, Rai Storia, Uno mattina, e poi gli organi di stampa locali e nazionali).Dare valore alla “Regione più Verde d’Europa”, ripensando il modello turistico in voga, deve essere il chiaro nuovo obiettivo di una regione che non può piu’ fare affidamento sul sistema economico sviluppatosi negli anni ’70 e che vedeva nell’industria l’elemento trainante dell’economia regionale. La globalizzazione con la conseguente crisi dell’industria pone seri interrogativi sul nostro futuro. E allora, guardiamoci intorno e ci accorgeremo che dobbiamo credere e investire sempre di piu’ nella risorsa territorio e che non abbiamo da valorizzare solo “il mare ad un’ora dalla montagna”, ma tutto un mondo che conserva ancora intatta la sua storicità, la ricchezza della tradizione. Una regione con tanti piccoli centri collinari e montani ricchi di storia, tradizioni, cultura quasi sempre di origine medievale.Ecco, questo è stato il senso del “Roccacaramanico Festival”. Avere la presenza di oltre cinquemila persone in un centro a 65 km. dalla costa significa essere riusciti a creare un’affascinante attenzione, esaltando il borgo medievale, in una notte d’estate, con tanti artisti e con tanto Abruzzo. E tutto questo ha permesso al borgo di avere il riconoscimento di “Meraviglia Italiana”.Il riconoscimento ricevuto dal Comune di S. Eufemia a Maiella per il Borgo , è stato un primo traguardo di un percorso teso alla valorizzazione di tutto questo patrimonio e che ha visto nella notte bianca , il momento clou di questo percorso. Scriveva il Presidente Licio Di Biase nella presentazione dell’evento della notte bianca: “Roccacaramanico è un gioiello della famiglia abruzzese che va conservato con amore, passione e attenzione e che va fatto conoscere, con quel rispetto che merita un luogo che conserva la memoria delle nostre genti, le tradizioni dei nostri mondi, l’ambiente dei nostri territori montani”. Ecco, questa nostra considerazione è diventata concretezza.