Nuovi infermieri, nuovi operatori sociosanitari, nuovo medico specialista. Ovvero: non la panacea per i tanti, troppi, mali, della sanità pubblica pescarese (e non solo) e la sua cronica carenza di personale, ma di certo una gran bella boccata di ossigeno. L’assessore alla Programmazione sanitaria della Regione Abruzzo Silvio Paolucci ha firmato in questi giorni il nulla osta per ventisei nuove assunzioni alla Asl di Pescara.
Il provvedimento riguarda la possibilità per l’Azienda sanitaria locale di dare il via libera al piano assunzioni del 2016 che era all’analisi dell’ente regionale e di avviare dunque le procedure per l'immissione in servizio – a tempo indeterminato – di 10 infermieri, 15 operatori socio sanitari (i cosiddetti Oss) e un dirigente medico per il reparto di nefrologia. Con questa autorizzazione, salgono a 146 le nuove assunzioni nella sanità regionale: 86 riguardano la Asl di Teramo e 34 quella di Lanciano-Vasto-Chieti. «Con queste assunzioni», commenta Paolucci, «andiamo incontro alle esigenze più volte manifestate dalla Asl di Pescara e dagli operatori sanitari che lavorano nei presidi dell’azienda, che in diverse occasioni avevano segnalato carenze di personale». Contento «di sicuro» ma senza “strafare” e dare così corpo a illusioni il direttore generale della Asl del capoluogo adriatico Armando Mancini.
«Sì, sono arrivati i nulla osta per il piano assunzioni 2016 che ci danno possibilità di assumere 15 Oss, 10 infermieri e un medico, il tutto compatibilmente con la situazione del tetto di spesa per il personale», chiarisce il manager.
«Noi abbiamo un tetto che viene verificato trimestralmente e che non possiamo sforare. Per questo parlo di compatibilità». In sostanza il “tetto” si forma nel corso del tempo, facendo i conti con i pensionamenti ad esempio, comunque con tutte le cessazione dal lavoro, come si chiama tecnicamente l’uscita del personale dal posto occupato. Oggi infatti i posti di lavoro da coprire all’interno delle Asl non sono più conteggiati in base agli organici previsti – come il rapporto posti letto di un reparto - numero infermieri, per esempio – ma con il tetto di spesa per il personale, che è la misura straordinaria inserita per le Regioni in piano di rientro per la sanità dopo il commissariamento della gestione della stessa. Ora l’Abruzzo è uscito dal commissariamento, ma dunque non dal piano di rientro, concordato con il Ministero della Salute e gestito da organi eletti in Regione. Il tetto per il personale della Asl pescarese è di 167milioni e mezzo e deve soddisfare 3700 dipendenti sul territorio – dunque anche gli ospedali di Penne, Popoli, i distretti sanitari di base – più servire a pagare i lavoratori delle società esterne convenzionate, i Co.co.co, gli interinali. Coprire le intere necessità di reparti e servizi andrebbe ben oltre questa cifra, che resta però il massimo spendibile per i lavoratori in qualche modo contrattualizzati.
«Ora c’è però questa possibilità», continua Mancini, «e la adopereremo integralmente nel corso dell'anno. No, non domani», aggiunge cauto, «ma mano a mano che si libereranno risorse economiche con cessazione dal lavoro potremo assumere. E assumeremo i 26 attingendo intanto dall’elenco delle dismissioni 2016, le risorse economiche ci sono e altre se ne libereranno nel corso del 2017 con altri pensionamenti ad esempio».
Che posti andranno a occupare i nuovi infermieri, in quali reparti e servizi per ora non è stato definito» «Infermieri e Oss servono dappertutto», ricorda il manager, «tutte le situazioni sono in carenza. Comunque chi va via non deve essere per forza un infermiere per essere rimpiazzato con la stessa figura professionale, può lasciare anche un amministrativo e può a questo punto essere sostituito con l’assunzione di un infermiere, o a parità di spesa con 2 Oss. Certo che sono contento», conclude il neurologo, «ma il problema è la sofferenza dei pazienti e del personale e in queste situazioni vanno in sofferenza entrambi».
da Il Centro